Numero Catasto
LA58
Provincia
Viterbo
Comune
Montalto di Castro
Località
MOLINO DI PONTE SODO,VI SI VERSA CON CASCATA IL FOSSO TIMONE
Nome
GROTTA DI PONTE SODO
Altro nome
Sistema Coordinate
WGS84
Strumento Misura
approssimate
Data Misura
2024-12-28
UTM [Lat(N), Lon(E), Fuso]
4697884, 718380, 32
Gradi Dec. [Lat(N), Lon(E)]
42.402549, 11.653585
Quota s.l.m.
0
Sviluppo planimetrico
145
Sviluppo spaziale
150
Data misura
2019-07-31
Dislivello Neg.
9
Dislivello Pos.
0
Dislivello Tot.
9
Data prima esplorazione
1948-01-01
Gruppi prima esplorazione
Nessun esploratore riportato.
Descrizione
NonPresente
Note
fonte
Le grotte del Lazio - I fenomeni carsici elementi della geodiversita - Edizioni ARP 2003 - G. Mecchia, M. Mecchia, M. Piro, M. Barbati
data
2003-01-01
itinerario
Dalla S.S.Aurelia al km 107,5 si prende la SS 312 per Canino. Dopo 5,8 km si svolta a sinistra in direzione della cartiera (Industria Cartaria Lucchese Ponte Sodo). Dopo 2,8 km ci si può fermare su un ponte presso la cartiera, sulla sinistra si vede il Fosso Timone che con una bella cascata si getta nella grotta. Proseguendo si entra nel piazzale della cartiera, dove si trova l’entrata più comoda. Per accedere alla grotta è necessario chiedere il permesso ai proprietari della cartiera.
descrizione
Il Fosso Timone è sbarrato da una diga, alta circa 5 m, realizzata per derivare una parte dell’acqua del fiume in un canale artificiale, per sfruttarla come forza motrice nell’attività della cartiera appositamente costruita davanti al salto d’acqua. Alla base della diga l’acqua viene inghiottita da un grande antro (largo 5 m e alto 4 m). L’acqua percorre quindi un’ampia galleria in discesa (larga 3 m e alta 2 m) lunga una decina di metri e invasa dall’acqua per l’intera larghezza. Al termine della galleria l’acqua si getta con una spettacolare cascata di 12 m in un profondo lago, dallo specchio d’acqua (largo 20 m e lungo 30 m) il torrente prosegue vorticoso e spumeggiante fra grandi massi, con l’alveo ipogeo scavato nella roccia lavica sottostante, raggiungendo dopo breve percorso il lago-sifone terminale (-15, punto 15). Oltre all’ingresso principale costituito dall’inghiottitoio, la grotta ha un secondo imbocco (punto 1), situato all’interno di uno degli edifici della cartiera. Questo ingresso era probabilmente naturale anche se ha subito profonde modifiche prima per la costruzione all’interno della grotta di un mulino, e poi, nel corso del XX secolo, per la creazione della cartiera. Si accede alla cavità tramite una serie di scale in cemento che scendono nel punto più alto del pavimento della grotta (punto 4), costituito da un terrazzo largo 20 m, con la volta alta 5 m. Il pavimento del terrazzo scende dolcemente con vaschette fossili fino alla stessa altezza della sommità della cascata che si vede panoramicamente di fronte, per poi precipitare quasi verticalmente sul lago. Questo terrazzo e il lago fino al sifone costituiscono un unico grande ambiente a pianta triangolare con i lati lunghi 50-70 m, dal soffitto pendono innumerevoli stalattiti ormai fossili e due grandi colonne concrezionali si trovano sul ripiano. Raggiunta la base del terrazzo, con l’ausilio di una scala metallica fissa (punto 12), si scende fra macigni e grandi vasche fino ad una spiaggia fangosa antistante il lago-sifone terminale. Da qui, le acque sotterranee di Fosso Timone percorrono un tratto di sifone inesplorato lungo circa 25 m, fino a sbucare in un condotto percorribile, che dopo una ventina di metri riemerge all’esterno, in corrispondenza del termine del banco di travertino.
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